martedì 18 settembre 2018

Ultimo giorno

Un’altra caldissima giornata qui a Toronto.
Non credete a chi vi dice che il Canada è freddo, è un’invenzione, un po’ come i moose. Mi trovo alle 09:45 pronta per il mio tour storico di Toronto, l’introduzione è bellissima ‘if you guys don’t like history that’s the wrong tour’... per qualche secondo ho pensato di mollare, ma mi sono controllata e l’ho seguito, nella vecchia Toronto, e sono felice di averlo fatto, ho imparato tante cose tra cui... su, mettete le cuffie, lo sapevate che il flatiron originale è qui e quello di New York copia questo? Beh, io no. Ci incontriamo di fronte alla Fontana più brutta che abbia mai visto in vita mia, ma la guida ne è super fiera, un branco di cani dalla cui bocca esce acqua e che cercano di arrivare all’osso posto dall’artista in cima, sarebbe una rappresentazione di noi traders a quanto pare, mai contenti finché non raggiungiamo la cima, che a quanto pare è inarrivabile: those greedy traders.
Li lascio alle 12:30. Vado a mangiare qualcosa al mercato di st Lawrence, fichissimo, colorato e pieno di opzioni, io mi fermo a prendere un bagel al salmone, si, un bagel, è uno dei piatti nazionali insieme al poutine che mai proverò (patatine fritte ricoperte di formaggio e a volte carne) grazie no.
Faccio il check-in e mi rendo conto di come sia volata e di quante cose abbia fatto, visto, sperimentato.
Questo è l’ultimo giorno in cui mi fermerò in un pub a sorseggiare una ‘local blond, whatever it is, you chose for me’ (il mio slogan in ogni pub).
Pomeriggio passato a vedere graffiti in graffiti alley e a gironzolare per altre zone, ormai Toronto l’ho fatta tutta, quella turistica ovviamente. Domani mi rimangono le isole di fronte a Toronto, prima di andare in aeroporto. Mi rendo conto di toccare i 170km a piedi oggi. Le gambe sono in piena forza ora, non vedo l’ora di tornare e cominciare karate ora che sono più allenata.
Si torna alla vita normale, nella bolla che voglio far esplodere perché si può. Vorrei ringraziare i pochi ‘eletti’ che hanno avuto il link e mi hanno letta. Credo che solo un’eletta non l’abbia fatto, ma questo è un mondo libero. Grazie a mamma che conosceva il mio programma anche prima di me e grazie a Giovanni che mi ha lasciata andare senza farmi pesare la mia assenza, certo gli sarebbe stato difficile impedirmelo, ma avrebbe potuto farlo diventare pesante, ed invece era qui pur non essendo qui.

Au revoir.
























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